PALAZZO DEGLI AMBASCIATORI, VIA DORA 2 – QUARTIERE COPPEDE’, ROMA
(Gino Coppedè 1915-1921)
Progetto definitivo-esecutivo di restauro delle facciate
Progettista, Direttore dei Lavori, Coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e d’esecuzione
Anno: 2017-2019
Committente: Condominio di via Dora 2
Assistenza tecnico-scientifica specialistica nel corso dei lavori: Prof. Giovanni Carbonara
Sorveglianza: Arch. Antonella Neri, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Comune di Roma
Il Palazzo relativo al condominio di via Dora 2 fa parte del complesso denominato ‘Palazzo degli Ambasciatori’ e si trova nel quartiere progettato da Gino Coppedè (1866-1927) nel 1915 nel quadrilatero racchiuso dalle Vie Tagliamento, Clitumno, Serchio, Ombrone, Arno.
L’intervento si configura come un restauro ‘parziale’ finalizzato principalmente all’eliminazione dei pericoli derivanti dalla scarsa adesione dei materiali e degli elementi in modellato al supporto murario. Nel fare fronte a tale principale problematica non si sono però sottovalutati gli aspetti legati alla presentazione estetica finale delle facciate prevedendo un intervento di restauro vero e proprio (opere preliminari, pulitura, consolidamento/reintegrazione, protezione) seppur localizzato e non esteso a tutta la facciata.
A livello metodologico si è proceduto innanzitutto con una ricerca storica e bibliografica mediante l’acquisizione dei progetti conservati all’Archivio Storico Capitolino e la lettura dei principali testi che riportano notizie in merito al Palazzo.
Si è acquisito il rilievo geometrico delle facciate, lo si è verificato e completato per le parti mancanti e sui grafici di rilievo sono stati identificati i materiali e le finiture presenti. In particolare si è prestata attenzione all’intonaco liscio, all’intonaco bugnato liscio e rustico, all’intonaco decorato – dipinto, graffito, lavorato a finta pietra – agli elementi in cemento decorativo modellato ed è stata condotta un’analisi macroscopica delle forme di alterazione estese anche a tutti gli altri materiali presenti sulla facciata (travertino della parte basamentale, elementi metallici) cercando d’individuare le cause di degrado e prevedendo interventi che possano arrestare i processi di alterazione.
Nel progetto sono state anche previste indagini diagnostiche consistenti in tasselli stratigrafici per avere informazioni relative alla sequenza temporale delle coloriture e sezioni lucide per conoscere la composizione mineralogica petrografica degli intonaci.