PALAZZO MEDICI CLARELLI, VIA GIULIA 79 – ROMA
(Antonio da Sangallo il Giovane, XVI-XVII secolo)
Progetto di restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione e di valorizzazione con cambio di destinazione d’uso.
Progettista per il restauro
Anno: 2020-in corso
Committente: LVG Real Estate Srl
Collaborazione Scientifica per le Indagini Storiche e di Restauro: ARCHEOGIMA Srl, CONSORZIO FUTURO IN RICERCA e DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FERRARA, MAIRE INVESTMENTS SpA
Collaborazione Scientifica per le Indagini Strutturali e Geotecniche: INGE.CO Srl, NEOSIA SpA
Sorveglianza: Arch. Oliva Muratore, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Comune di Roma
Il Palazzo si trova in Via Giulia e nasce come residenza di Antonio da Sangallo il Giovane. L’intervento riguarda la facciata principale su Via Giulia, i due prospetti su vicolo e largo Orbitelli, nonché i prospetti di tutte le corti interne e gli apparati decorativi presenti all’interno del palazzo.
L’analisi iniziale ha messo in luce una grande varietà di materiali e finiture, per ognuna delle quali sono stati individuati gli interventi di restauro idonei ad arrestare le forme di degrado in essere.
Le parti in intonaco liscio, così come gli elementi in stucco (liscio e lavorato ‘a finta cortina’) saranno sottoposti ad una preliminare operazione di battitura per accertare la presenza di vuoti e favorire la rimozione delle sole parti non recuperabili. La pulitura, da eseguirsi ad acqua o con l’ausilio di microsabbiatrice/bisturi, è volta ad eliminare il colore rosso presente attualmente e far emergere la finitura a graffito dell’intonaco di fondo e quella applicata sulle fasce in stucco a simulare il travertino, entrambe emerse dai saggi stratigrafici. In seguito sarà possibile procedere tramite riequilibratura cromatica con latte di calce pigmentato dato ‘a velatura’ e protezione con prodotto silossanico, in modo da garantire la durabilità dell’intervento nel tempo.
Su alcune delle cornici in travertino sarà invece prevista una pulitura tramite microabrasione umida (metodo Jos), al fine di rimuovere lo strato di scialbo di recente applicazione e molto aderente al materiale.
Sui cantonali della parte più antica, realizzati in Pietra Sperone, saranno applicate compresse imbevute di soluzione d’ammonio carbonato, in modo da trattare le incrostazioni. Si interverrà inoltre sulle sole mancanze di grandi dimensioni che interferiscono con l’unità figurativa d’insieme integrandole mediante tassellature con materiale lapideo uguale all’originale. Sulla pietra si propone infine l’applicazione di uno scialbo pigmentato, di cui sono visibili oggi alcune tracce, e la successiva protezione con polisilossano dato a spruzzo.